QUESTION TIME: DECRETO “CURA ITALIA” – MISURE DI EMERGENZA IN MATERIA DI LAVORO

Marzo 31, 2020
  • Lavoro – Emma Stebbins – Machinist’s Apprentice (1859) – Art Institute of Chicago

D.: Sono un imprenditore con attività non rientrante tra quelle sospese. Quali sono gli obblighi di sicurezza che devo osservare per tutelare i miei dipendenti dal rischio di contagio da COVID-19?

R.: Ai datori di lavoro, titolari di attività non rientranti tra quelle sospese, è raccomandato di assumere protocolli di sicurezza anti-contagio di natura informativa, di controllo degli accessi, di sanificazione dei luoghi di lavoro e di tutela dei dipendenti, incluso il monitoraggio delle loro condizioni di salute.
Per le informazioni rilasciate che comportino il trattamento dei dati occorre prestare attenzione al rispetto della relativa normativa.

D.: Sono il titolare di un’impresa di produzione. Vorrei adeguarmi alle misure di contenimento nel modo migliore possibile. Ho attivato i protocolli di sicurezza. Come posso organizzare internamente la mia azienda con riferimento all’attività da svolgere?

R.: Limitatamente al periodo della emergenza dovuta al COVID-19, è consigliato fare ricorso a un’organizzazione più agile possibile, chiudendo i reparti aziendali diversi dalla produzione in senso stretto, ricorrendo allo smart working, o comunque al lavoro a distanza, e incentivando l’utilizzo di ferie e permessi retribuiti. Nel rispetto degli istituti contrattuali, si potranno utilizzare gli ammortizzatori sociali disponibili.
Va sottolineato che la quarantena va considerata malattia anche senza necessità di certificato medico.

D.: Sono previsti agevolazioni o contributi per l’acquisto di strumenti di protezione individuale da contagio e per la sanificazione degli ambienti di lavoro ?

R.: Sì. Il decreto Cura Italia prevede l’erogazione alle imprese, tramite Invitalia, di contributi per l’acquisto di dispositivi e altri strumenti di protezione individuale, come le mascherine. A imprese e professionisti è anche riconosciuto un credito d’imposta per parte delle spese sostenute, nel 2020, per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro.

D.: Come posso far cooperare i lavoratori per l’adempimento delle misure di contrasto alla diffusione del contagio da COVID -19?

R.: Sui lavoratori incombe il dovere di cooperare per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro.
I lavoratori dovranno dunque segnalare al datore di lavoro qualsiasi situazione di pericolo per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro.

D.: Durante questo periodo, la sorveglianza sanitaria aziendale è sospesa?

R.: No, la sorveglianza sanitaria periodica deve proseguire perché rappresenta una ulteriore misura di prevenzione di carattere generale: sia perché può intercettare possibili casi e sintomi sospetti del contagio, sia per l’informazione e la formazione che il medico competente può fornire ai lavoratori per evitare la diffusione del contagio.

D.: E’ possibile attivare misure di sicurezza anti contagio nei confronti dei fornitori e visitatori?

R.: Ai fornitori e ai visitatori possono essere richieste le medesime informazioni derivanti dai protocolli di sicurezza anti-contagio applicati in azienda per i lavoratori dipendenti.

Naturalmente, per le informazioni rilasciate che comportino il trattamento dei dati occorre prestare attenzione alla relativa normativa.

D.: Sono titolare di un’impresa e ricorro nell’ambito della mia attività, a prestazioni di imprese subappaltatrici. Posso estendere loro le misure di sicurezza adottate per la mia azienda?

R.: Sì, è possibile estendere le procedure previste in base al protocollo aziendale alle aziende in appalto che possono organizzare sedi e cantieri permanenti e provvisori all’interno dei siti e delle aree produttive.

D.: Che cosa mi è consentito fare se un dipendente ha la temperatura superiore a 37, 5° oppure se è entrato in contatto con persone contagiate nei 14 giorni precedenti l’informazione?

R.: In questi casi è possibile precludere l’accesso al dipendente ai luoghi aziendali e invitarlo a informare nel più breve tempo possibile il proprio medico curante. La preclusione di accesso può valere, con le stesse modalità, anche per i fornitori e per chiunque debba accedere nei locali aziendali.
Questa possibilità deve essere oggetto dell’informativa che il datore di lavoro deve mettere a disposizione nell’ambito delle misure di sicurezza generali.

D.: È stato contagiato un mio dipendente. Cosa devo fare?

R.: Avvertire le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il COVID-19 forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute.
L’azienda ha uno specifico obbligo di collaborazione con le Autorità sanitarie per la definizione degli eventuali “contatti stretti”, e se necessario potrebbe essere costretta alla chiusura.
In ogni caso, dovrà procedere all’esecuzione delle attività di sanificazione del reparto o dell’intera azienda secondo le indicazioni dell’Autorità sanitaria

D.: I miei dipendenti chiedono di conoscere il nominativo di un dipendente contagiato. Come devo regolarmi? Quali sono le indicazioni in materia di privacy in questo periodo?

R.: Il nominativo del contagiato o presunto tale non può essere comunicato agli altri dipendenti ai quali potrà farsi una comunicazione dove si indicherà che i dati del soggetto contagiato sono stati comunicati al servizio sanitario al fine di seguire il necessario protocollo e che i dipendenti dovranno attenersi alle indicazioni che verranno impartite dall’azienda – anche attraverso il competente servizio sanitario e di protezione civile – sia ai fini di individuare la “filiera” di contatti sia ai fini di tutela sanitaria. Il Garante della Privacy ha emesso specifici provvedimenti al riguardo.

D.: Posso imporre ai miei dipendenti di andare in ferie nel periodo di emergenza da COVID- 19?

R.: No. Le ferie vanno sempre concordate con il personale dipendente. Tuttavia, consultando sempre previamente le indicazioni del CCNL applicato in azienda e il contratto di lavoro individuale, si ricorda che le ferie devono rispondere anche ad una esigenza del datore di lavoro e che oggi la fruizione è sollecitata dai provvedimenti adottati per contrastare l’emergenza e dal Protocollo del 14.3.2020 adottato d’accordo tra le parti sociali.

D.: Posso essere obbligato ad accordare lo smart working o il telelavoro? E nel caso di lavoratore disabile?

R.: No, non vi è un obbligo, ma i provvedimenti adottati per contrastare l’emergenza prevedono che sia attuato il massimo utilizzo del lavoro agile e del lavoro a distanza, nei limiti, ovviamente, della tipologia di lavoro richiesto al dipendente e compatibilmente con le tecnologie adottate da ciascuna impresa. In questo periodo non sarà necessario l’accordo individuale.
Con riferimento ai lavoratori dipendenti disabili o che abbiano nel proprio nucleo familiare una persona con disabilità, il D.L. prevede il diritto di svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile, a condizione che essa sia compatibile con le caratteristiche della prestazione.

D.: Sono il direttore delle risorse umane di un’impresa. Alcuni dipendenti si sono assentati per il timore del contagio. L’assenza è giustificata?

R.: No, in assenza di specifici ordini dell’autorità il fenomeno dell’epidemia non è sufficiente a giustificare l’assenza che, se reiterata, può comportare il licenziamento del dipendente.

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